Tutti in Lab!

Fin dall’antichità era chiaro che la sola conoscenza teorica era incompleta senza l’apporto dell’esperienza pratica. Nelle discipline scientifiche mettere in pratica ciò che viene spiegato è fondamentale, anche se la conoscenza teorica rimane comunque imprescindibile e fondamentale per comprendere ciò che viene eseguito nella pratica laboratoriale.

 

I vantaggi delle attività laboratoriali 

Spesso, studiando scienze, i ragazzi incontrano termini o concetti di difficile comprensione e se la spiegazione si limita ad una semplice lezione frontale quei termini rimarranno meramente distanti ed astratti, portando a fraintendimenti. Di fronte ad un esperimento i ragazzi hanno l’occasione di toccare con mano ciò che leggono nei libri, vedere e dare un’immagine alle parole complesse imparate a lezione, farle proprie e riuscire così a elaborarle, creando ipotesi e parallelismi.

Il laboratorio offre anche altri importanti vantaggi ai giovani, come ad esempio permette di imparare il lavoro di squadra: il gruppo di lavoro deve collaborare affinché l’esperimento abbia una buona riuscita, infatti vanno sfruttate le abilità di ciascuno per ottenere i risultati sperati. In tal senso, il lavoro in team ha un importante ruolo nell’inclusione, permettendo a ciascun componente di partecipare con le proprie capacità.

A guidare i ragazzi, oltre all’insegnante, vi è la “ricetta” di laboratorio in cui sono riepilogati tutti gli strumenti, i materiali necessari e i passaggi da svolgere. Il gruppo di lavoro, al termine dell’esperimento, deve compilare una breve relazione in cui riportare, oltre a reagenti e strumenti, i passaggi svolti e rispondere ad alcune domande sull’obiettivo dell’esperimento e sui risultati ottenuti. Qualora l’esperimento non portasse ai risultati attesi bisogna ragionare su quali possono essere stati gli eventuali errori commessi.

Il laboratorio, inoltre, è un luogo in cui vi sono rigide norme di comportamento relative alla sicurezza. Fin da subito gli alunni imparano che si deve lavorare solo nella postazione riservata al proprio gruppo, si utilizzano i presidi di sicurezza come guanti e occhiali, si rispettano scrupolosamente le indicazioni del professore nell’armeggiare strumenti e reagenti. 

In questo modo si implementano l’autonomia, la capacità di problem solving e le abilità manuali.

 

Organizzare le attività laboratoriali in base alle età

Alle medie, la materia scienze offre numerose occasioni in cui legare la teoria alla pratica con semplici esperimenti, molti dei quali riproducibili anche a casa. Durante il primo anno, ad esempio, si studiano i passaggi di stato, le soluzioni e i miscugli, le cellule, le piante e gli animali. In laboratorio si possono isolare cellule a partire da tessuti vegetali e osservarle al microscopio. È possibile inoltre spiegare il significato di concentrazione di una soluzione andando a creare esempi in provetta a diversa concentrazione, approfondendo il concetto di solubilità. I ragazzi imparano ad utilizzare una bilancia analitica, pesando reagenti con precisione, utilizzando spatola e carta da filtro. 

Durante la seconda media si affronta la chimica, argomento sempre molto complesso per gli alunni. Oltre allo studio istologico al microscopio dei tessuti si possono osservare alcune semplici reazioni chimiche con reagenti di uso comune. 

Durante l’ultimo anno delle medie si studia il DNA, la genetica e la biochimica, argomenti che forniscono numerosi spunti per attività laboratoriali.

 

Mettiamoci all’opera: alcuni esempi di attività laboratoriali scientifiche 

Un semplice esperimento che è stato svolto dai ragazzi di seconda media è la creazione di un indicatore colorimetrico di pH naturale utilizzando il cavolo rosso. All’interno del cavolo rosso sono contenute antocianine, indicatori colorimetrici naturali di acidità/basicità delle sostanze, che vengono estratte semplicemente raccogliendo l’acqua in cui viene fatto bollire il cavolo. Ai gruppi di lavoro vengono forniti campioni di sostanze (succo di limone, Coca Cola, aceto..) di cui si vuole conoscere il pH, da mescolare con l’indicatore naturale. I risultati vengono poi confrontati con una scala colorimetrica e disposti in base alla loro acidità. L’esperimento viene poi ripetuto utilizzando la cartina tornasole e il pHmetro per evidenziare quale sia il metodo più accurato. In questo modo acidi e basi non rimangono concetti astratti ma entrano a far parte dell’esperienza quotidiana.

Tra gli esperimenti svolti dai ragazzi di terza media, invece, vi è l’isolamento del DNA a partire da cellule sia vegetali (utilizzando la frutta) sia animali (tramite la saliva). Questo esperimento consiste in pochi e semplici passaggi che vanno svolti però con attenzione alle dosi e all’ordine delle procedure. L’estrazione del DNA è ripetibile anche a casa e permette al termine di osservare con i propri occhi i filamenti di DNA studiati in classe.

 

Tutti in laboratorio per comprendere e memorizzare

Concludendo, l’importanza dell’esperienza pratica nelle materie scientifiche risulta fondamentale per un apprendimento completo. L’attività di laboratorio stimola la curiosità dei ragazzi i quali spesso, di fronte ai “paroloni” della scienza, risultano spaesati o annoiati; inoltre, la didattica laboratoriale incrementa le capacità di lavoro in team, pone problemi da risolvere ma soprattutto regala lo stupore di assistere a qualcosa di nuovo e incredibile. Nell’antichità i primi chimici, i cosiddetti alchimisti erano considerati stregoni in quanto le reazioni che eseguivano sembravano derivare da arti magiche. Oggi ciascuna di quelle pratiche trova una ragione scientifica, una spiegazione dettagliata, ma agli occhi di bambini ed adulti persiste quella magia che li fa rimanere ancora a bocca aperta.

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