Imparare viaggiando

Le uscite didattiche, molto attese da tutti gli studenti, rappresentano un prezioso strumento educativo che fonda le proprie radici nella didattica esperienziale, basata sull’azione e sulla concreta sperimentazione dei concetti.

Dal punto di vista educativo, le esperienze di apprendimento fuori dall’aula migliorano la socializzazione tra gli studenti, favoriscono l’inclusione e rafforzano il legame tra alunni e insegnanti; inoltre, promuovono il senso di responsabilità e autonomia e stimolano la curiosità nella ricerca. Contemporaneamente, dal punto di vista didattico, rafforzano la comprensione della realtà storica, culturale e ambientale, contribuendo alla convivenza civile tra individui diversi.

Proprio in accordo con le teorie pedagogiche che sostengono una didattica attiva ed esperienziale, il Collegio Immacolata ogni anno propone alle classi della Scuola Secondaria di primo grado delle uscite didattiche coinvolgenti e ricche di stimoli.

Quest’anno, nel mese di aprile, le classi seconde hanno vissuto tre giorni alla scoperta di Torino, dai luoghi di Don Bosco, alle tracce del passato sabaudo della prima capitale d’Italia, soggiornando presso una realtà di solidarietà presente in ogni angolo del mondo, il Sermig.

Raccontano i momenti più significativi di questa esperienza alcune alunne di 2C.

A Teresa sono rimasti particolarmente impressi i luoghi e i momenti salesiani:

“Si ergeva davanti a noi la casa di Don Bosco: una struttura molto semplice e lineare, quasi povera, che oggi è adibita a museo. Immaginavo mamma Margherita preparare la cena nella piccola cucina in legno e predisporre un nuovo letto per un ragazzo in difficoltà presentatosi alla sua porta.”

“Valdocco, il primo oratorio di Don Bosco, è il cuore della comunità salesiana, la sua colonna portante e l’albero maestro della sua nave. Ciò che mi ha rapito erano i portici che segnavano, come un pennarello indelebile, la presenza salesiana, proprio come nella mia scuola. L’immenso cortile fungeva da cornice a quella splendida atmosfera di pace, allegria e preghiera.”

“La seconda sera, riuniti in cerchio, ci lanciavamo sguardi sorpresi, domandandoci cosa sarebbe accaduto, ed ecco due ragazzi alti e con folte chiome castane oltrepassare la porta con la musica a palla. Tra danze, mimo, indovinelli e risate, la sera, come un lampo, è divenuta presto notte e, dopo un momento di preghiera, ci siamo infilati tutti sotto le coperte.”

Veronika ha apprezzato le visite guidate a due luoghi-simbolo del capoluogo piemontese:

“Al Museo egizio ci hanno dato una cuffietta da attaccare a una radiolina e ci hanno mostrato l’evoluzione della sepoltura dei corpi, i sarcofagi, le pergamene e perfino i mutandoni di un egizio! Una tradizione che mi ha molto colpito è che disegnavano sui sarcofagi il viso dei defunti per assicurare loro una seconda vita dopo la morte.”

“Il secondo giorno siamo entrati nella grande villa dei Savoia, il Palazzo Reale di Torino, che ha così tante stanze che non siamo nemmeno riusciti a visitarle tutte. Le sale erano dorate, ricche di decorazioni e abbellimenti; alcune erano dedicate alla danza o alle armature, altre al riposo o ai momenti conviviali.”

Infine, le parole di Giulia racchiudono il senso e il valore di questa uscita didattica:

“Questo viaggio mi ha fatto imparare molte cose e non lo dimenticherò mai. Come scriveva Edgar Allan Poe, “viaggiare è come sognare”: la differenza è che non sempre al risveglio ti ricordi il sogno che hai fatto, mentre un viaggio è un bagaglio che ti resterà per la vita.”

Condividi l'articolo: