I Solisti Veneti al Collegio Immacolata!

Già Aristotele (filosofo greco del IV sec. a.C.) diceva che “La musica non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poiché può servire per l’educazione, per la ricreazione, il sollievo e il riposo dallo sforzo”.

Fare musica è sicuramente importante. Psicologi dell’età evolutiva, pedagogisti, esperti del settore sono concordi nell’affermare che un’attività musicale ben fatta e ben strutturata possa contribuire in maniera sostanziale allo sviluppo globale ed armonico dei bambini e dei ragazzi.

A scuola la musica è il momento in cui si dà la possibilità ad un alunno di esprimere emozioni, stati d’animo e sentimenti attraverso l’ascolto delle opere musicali più belle, ma la musica è anche un canale attraverso cui favorire la creatività, la conoscenza di sé e dell’altro.

Fare musica è fare esperienza di corporeità e movimento, di suono, di voce.

La musica è anche uno strumento culturale e interculturale perché ha la capacità straordinaria di avvicinare e far dialogare culture diverse al di là delle diversità linguistiche che talvolta potrebbero rappresentare un ostacolo alla comunicazione.

La musica, lo sappiamo, è sempre esistita nella storia dell’umanità. Quando l’uomo non aveva ancora messo piede sulla terra, la musica era già insita nella natura: il canto degli uccelli, il susseguirsi regolare e continuo del giorno e della notte, la grande armonia dell’universo che governa ogni cosa.

Penso ai tanti bambini e ragazzi che ogni giorno vedo evolvere, trasformarsi, crescere, in una sorta di continua metamorfosi che impegna il corpo, la mente, le energie affettive – e alle diverse esperienze musicali che facciamo vivere loro a scuola con lo scopo di aiutarli a dare un nome alle emozioni, a sapersi relazionare più consapevolmente con gli altri, a imparare gesti e parole più autentici. Fare musica a scuola, infatti, lo ritengo un intreccio costante di campi di esperienze che sviluppa non solo capacità cognitive ma che consente lo sviluppo di apprendimenti significativi che vanno a beneficio della strutturazione di tutta la personalità.

Don Bosco affermava che “un’oratorio senza musica, è come un corpo senz’anima”. Mi è davvero difficile immaginare anche una scuola senza musica. Sarebbe una scuola piatta, senza colori, senza gusto per la vita. Ecco perché, oltre all’ordinaria esperienza musicale realizzata in modo sempre diverso, interessante, originale, appassionante in classe, non mancano le proposte di eventi musicali “straordinari” che coinvolgono tutta la scuola.

Il 20 febbraio p.v., infatti, la nostra Scuola ospiterà i Solisti Veneti diretti dal M° Claudio Scimone, per una lezione concerto sul tema: “Archi e fiati”.

Una bellissima occasione per conoscere questa orchestra da camera italiana famosa a livello internazionale, in particolare per le sue esecuzioni di musica barocca.

L’obiettivo è quello di diffondere la musica classica presso il pubblico dei più giovani sensibilizzandoli all’ascolto di quest’arte che può decisamente contribuire a migliorare la vita, la nostra disponibilità alle relazioni, la nostra capacità di condividere le cose belle, in un tempo in cui è davvero impegnativo riconoscere la qualità, la bellezza e tutto ciò che può elevare e arricchire la nostra anima.

 

Prof.ssa Marta Checchin

(Coordinatrice didattica Scuola Primaria)

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