Gita o viaggio di istruzione?
Ecco il momento più atteso di tutto l’anno per gli studenti: la gita!
E per i professori? Beh, per i professori è il viaggio d’istruzione.
Ma non sono la stessa identica cosa? Certo! Eppure per i ragazzi e i professori qui le strade sembrano dividersi, perchè vi è un modo differente di guardare a questa uscita che accade una sola volta all’anno.
Gli studenti percepiscono subito la GITA come un momento di svago, in cui potersi divertire con i propri compagni in modo diverso, senza la presenza dei genitori. A sentir loro lo scopo principale della gita sembra essere la libera uscita: un’uscita per potersi finalmente divertire per le strade, in albergo, in pullman, per ascoltare musica con gli amici o potersi scambiare applicazioni e giochi.
A vederla invece con gli occhi dei professori è un VIAGGIO D’ISTRUZIONE dagli scopi molteplici. Il contatto sempre più immediato dell’uomo con l’ambiente consente infatti di acquisire una maturità più ampia e, segnatamente, una educazione ecologica che stimola a una considerazione più profonda dei valori della vita nei suoi aspetti culturali, naturali e storici. (Circolare Ministeriale 14 agosto 1991, n. 253)
Un viaggio d’istruzione permette certamente ai ragazzi di socializzare tra loro, anche con chi non sempre si ha vicino di banco, ma regala anche nuovi incontri, avvicina molte volte il “lontano” e il “diverso”. Serve a rafforzare le amicizie e a stringerne di nuove. Aiuta pure a vedere il professore come una persona, a sentirlo parte della classe, a scoprirlo diverso, meno severo del solito, più vicino, appassionato.
E che dire delle visite guidate a città, monumenti, opere d’arte, ambienti naturali…
Tutto serve per imparare a imparare, ad ammirare, a studiare, a osservare, a conoscere. In questi viaggi si impara a conoscere ciò che non sempre a scuola si può imparare o sperimentare direttamente. Sono esperienze e opportunità preziose: un tempo di vita da cogliere e gustare.
Talvolta può capitare che non si possa fare un’uscita per il comportamento troppo vivace di una classe o perché un docente non intende assumersi la responsabilità di organizzare e condurre fuori dalla scuola gli allievi. Sicuramente ciò non accade al Collegio Immacolata, ma non è scontato trovare oggi una scuola che riesca a fare sempre e comunque i viaggi di istruzione. Sia la preparazione sia l’organizzazione di questi richiedono infatti molto lavoro e grande responsabilità.
In questi giorni abbiamo concluso i viaggi d’istruzione di quest’anno. Possiamo proprio dire che sono stati non solo momenti di divertimento per i nostri alunni, ma anche di arricchimento.
Le classi TERZE, alla fine del mese di marzo, sono andate a Roma tre giorni a visitare il Colosseo, i Fori romani, le piazze più famose di Roma, San Pietro e i Musei Vaticani, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, le Catacombe di Callisto, le Fosse Ardeatine, il Sacro Cuore e le camerette di don Bosco. Sono state giornate molto intense, ma la scoperta della capitale fatta insieme a professori e compagni è stata entusiasmante e bella.
La classe SECONDA, contemporaneamente ai ragazzi di terza, ha partecipato a un viaggio di istruzione ad alta quota! Ha infatti trascorso due giorni sull’altopiano di Asiago. Gli studenti hanno potuto scoprire e ammirare la natura, ma non solo! Hanno potuto pattinare sul ghiaccio, vedere il cielo stellato attraverso l’occhio dell’Osservatorio Astronomico di Asiago, esplorare i luoghi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale in cui molti giovani hanno dato la vita per la patria. Una guida ha condotto la classe tra i boschi e nelle trincee. Essendo una classe con l’inglese potenziato, i ragazzi si sono pure cimentati in un gioco enigmatico in lingua inglese, sperimentando così le loro capacità linguistiche. Gli alunni hanno potuto così aprirsi maggiormente alla scienza, alla storia, alla natura.
Infine le classi PRIME hanno passato una giornata in battello! Dopo le vacanze pasquali hanno trascorso una giornata nella laguna veneziana e visitato Burano, Murano e Torcello. Stupiti e ammirati hanno visto un mastro vetraio realizzare sotto i loro occhi, in un minuto, un cavallo di vetro. Hanno ammirato bellezze antiche ancora oggi considerate un patrimonio dell’umanità e vissuto l’ebbrezza del battello con i propri compagni.
Ancora oggi il Collegio Immacolata crede che l’educazione non passi solo ed esclusivamente tra i banchi di scuola. La sapienza umana e cristiana chiede da sempre esperienze di vita ed esempi concreti. D’altronde anche don Bosco portava fuori Torino, in uscita, i suoi giovani. Sapeva che in questi momenti la voce di Dio si faceva sentire come un battito d’ali attraverso le cose che vediamo e viviamo. Così anche noi con i nostri alunni abbiamo vissuto un viaggio che ci ha istruito, comunicato pensieri e azioni intorno alla vita e alla nostra storia.
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