ERASMUS + | Bristol: secondo round
Avere l’opportunità di osservare da vicino il lavoro di altri insegnanti non capita tutti i giorni; ancora più raro è poterlo fare in un paese straniero, con una cultura e una lingua differenti dalla propria. Così, ad una settimana dal ritorno da questa bellissima esperienza di Erasmus + a Bristol, ho deciso di fermarmi a riflettere su ciò che ho avuto modo di osservare.
Una delle particolarità delle scuole britanniche che mi è rimasta maggiormente impressa è stata l’organizzazione delle aule: innanzitutto in moltissime classi i banchi non sono disposti in riga ma in modo da formare ampie tavolate e gli alunni sono abituati a mantenere questa disposizione anche quando non è prevista un’attività di gruppo; il banco inoltre non è mai singolo, ma sempre doppio e gli studenti condividono il materiale (soprattutto alla scuola primaria) utilizzando un portapenne al centro del tavolo al posto dell’astuccio individuale. Altra peculiarità che balza subito all’occhio è la quantità di stimoli visivi presenti alle pareti: cartelloni, disegni, regole di comportamento e molto altro ancora. Nella scuola secondaria St. Mary Redcliffe and Temple School le aule sono addirittura allestite a tema in quanto ogni sezione dell’edificio è dedicato a una specifica disciplina di studio; ho apprezzato molto questo aspetto perché ritengo permetta ad ogni docente di personalizzare ad hoc lo spazio e agli studenti di sentirsi realmente immersi in ciò che stanno studiando.
Per quanto riguarda le metodologie, è stato per me fonte di riflessione notare quanto spesso i docenti delle varie discipline si servano di attività di learning by doing per rendere gli studenti realmente protagonisti del loro apprendimento.
Si è rivelato infine molto interessante assistere a un incontro di debate, capire come viene gestito e constatare l’entusiasmo da parte degli alunni che vi prendono parte.
Porto dunque a casa da questa esperienza una nuova e diversa prospettiva sull’insegnamento e sull’educazione che, con i suoi pregi e i suoi difetti, sono certa mi permetterà non solo di crescere professionalmente e personalmente, ma anche di sperimentare nuove strade per appassionare sempre più i miei alunni alla storia e alla geografia.