Ricordi di viaggio nei luoghi di Don Bosco
E’ stata un’esperienza molto significativa quella che noi insegnanti del Collegio Immacolata abbiamo potuto vivere in questi tre giorni di pellegrinaggio nei luoghi salesiani, una vera e propria full immersion nella vita e nello spirito di Don Bosco. Accompagnati dalla guida don Enrico Lupano, il viaggio è stata l’occasione per conoscere ed approfondire la vita del Santo, il suo pensiero pedagogico e spirituale e le sue opere.
I principali luoghi che abbiamo visitato sono stati il Colle don Bosco, scenario delle origini e della prima vocazione del piccolo Giovannino; la cittadina di Chieri che lo ha ospitato negli anni di formazione; il quartiere di Valdocco con la Basilica di Maria Ausiliatrice e il primo Oratorio.
Tralasciando la descrizione di questi luoghi vorrei soffermarmi sul significato che questa esperienza ha rappresentato per me e su ciò che mi sono portato a casa sia come bagaglio culturale che spirituale.
Il primo valore che porto nella mia vita quotidiana è il concetto di semplicità: semplicità e povertà delle origini di Don Bosco. Semplicità con cui si approcciava a ciò che faceva.
Puoi essere Santo Lì dove Sei!
In questo anno scolastico in cui la linea guida per tutta la Comunità educante è “Puoi essere santo lì dove sei”, si può riscoprire veramente la santità nella semplicità dei gesti e delle azioni quotidiane. Giovanni Bosco era anche un uomo “del fare”, si spendeva in tante opere concrete: aiutare orfani in difficoltà, creare oratori, ossia spazi aperti dove giocare, imparare, pregare, girare per le strade di Torino in cerca di sostegno economico, intrattenere i ragazzi e i bambini con danze e giocoleria. Questo mi porta a pensare che veramente la nostra vita e il nostro ruolo di docenti, alunni, genitori vanno vissuti con la semplicità e la passione a partire proprio dalle piccole cose.
Tutti noi possiamo vivere la santità nelle attività di tutti i giorni: penso ad un gioco o ad un’attività che coinvolga i miei ragazzi, penso ad un gesto di sincera amicizia tra bambini, ad un pomeriggio divertente con il proprio figlio/a.
Un altro aspetto che la vita di Don Bosco mi ha fatto riscoprire è la capacità di vedere ogni problema che ci pone la vita come un’opportunità. Probabilmente questo è ciò che ha fatto la differenza nella sua opera e che gli ha permesso sia di continuare la sua formazione nonostante i dissidi con il fratello e le ridotte possibilità familiari, e successivamente di creare scuole professionali, oratori, Chiese in un’epoca in cui le risorse economiche scarseggiavano.
Le sfide per un cambiamento
Questa resilienza, ossia la capacità di accettare le difficoltà e di utilizzarle come pretesto per un reale cambiamento è un concetto che anche laicamente sto trovando indispensabile nella mia vita. Saper valutare le critiche per imparare e migliorarsi, accogliere le diversità di pensiero e di idee per cercare di trovare creativamente strade nuove percorribili mi porta anche a vivere anche il mio impegno professionale di insegnante con più serenità e responsabilità. Rassicurare e sostenere un bambino o un ragazzo attraverso gesti spontanei di vicinanza e fiducia è lasciare un segno in persone che stanno costruendo la propria vita. E da insegnante mi sento particolarmente interpellato a vivere quanto Don Bosco diceva: “In ogni ragazzo…c’è un punto accessibile al bene”.
In un periodo come quello che stiamo vivendo, in una situazione di isolamento e conseguenti difficoltà sociali ed economiche, ritengo che questi due concetti, semplicità e santità quotidiana siano da rivalutare e approfondire. E’ possibile a scuola recuperare la semplicità dei piccoli gesti in giorni in cui molto ci viene tolto ma che possono diventare una bella opportunità per vivere una santità spicciola ma pur sempre testimoniante.
Francesco Dalla Villa
Ins. di ed. Fisica – Collegio Immacolata