La scuola a casa ai tempi del Covid-19
La testimonianza di un docente della Scuola Secondaria di Primo Grado
Sono tante le cose che ricorderò di questi mesi di insegnamento a distanza.
I quotidiani: “Prof., non la vedo e non la sento”, “Prof., io la vedo ma non la sento”, “Prof., io la sento a scatti e non vedo il Power Point”. Le richieste inaspettate: “Prof, posso andare ad aprire la porta? C’è il corriere”. E poi le mail con foto indecifrabili e i vari animali domestici che ormai sono diventati parte del gruppo classe. Insomma, non credo dimenticheremo facilmente quest’anno scolastico. Di certo non lo faremo noi insegnanti della Scuola Secondaria del Collegio Immacolata e tanto meno i nostri alunni, perché l’anno che sta per volgere al termine è stato indubbiamente unico.
Una scuola che entra in casa
A partire dal mese di marzo l’emergenza sanitaria ha stravolto la nostra routine: dalle aule vivaci di Via Madonna 20, ci siamo ritrovati all’improvviso relegati ai soggiorni delle nostre abitazioni, inizialmente incapaci di pensare a una scuola senza un luogo che ci unisca. Tuttavia, il Collegio si è ben presto organizzato e in poche settimane ha trasformato la didattica in presenza in didattica “a domicilio”. Sì, perché grazie alla G Suite for Education e in particolare a Google Meet, la scuola è arrivata nelle case dei ragazzi. Il ritrovo è stato un’aula virtuale con una lavagna fatta di memo appesi al desktop del PC.
Fin da subito è stato chiaro quanto fosse fondamentale non interrompere la relazione educativa costruita da inizio anno con i nostri ragazzi e soprattutto garantire loro una presenza fissa e regolare. L’orario settimanale delle lezioni è stato dunque rimodulato in quest’ottica, garantendo ogni giorno a ciascuna classe almeno tre o quattro incontri con i professori delle varie discipline e con i compagni. Allo stesso tempo, affinché gli alunni non trascorressero intere mattinate davanti allo schermo di un computer, la Scuola ha previsto, oltre alle videolezioni in piattaforma, delle ore di lavoro autonomo con attività appositamente predisposte dagli insegnanti e successivamente revisionate. Da marzo, infatti, i nostri alunni sono dotati di una propria casella di posta elettronica istituzionale, che hanno utilizzato per inviare i compiti assegnati, chiedere chiarimenti e spiegazioni su argomenti trattati o semplicemente scambiare due parole con i loro professori.
Tutti abbiamo dovuto imparare qualcosa. Noi docenti a declinarci nella nuova modalità a distanza, sfruttando il più possibile le tante tecnologie a disposizione; gli alunni a organizzare il proprio lavoro in modo autonomo senza la costante supervisione dei loro professori e a destreggiarsi tra registro elettronico, file condivisi, casella di posta, e le diverse piattaforme utilizzate. Insomma, le loro competenze digitali hanno sicuramente compiuto un repentino salto di qualità.
Incontri e vite che si intrecciano
La scuola, però, non consiste solo in lezioni o argomenti da studiare ma è soprattutto vita nella classe, relazioni tra pari. Difficile, forse impossibile ricreare tutto questo a distanza, ma anche in questo caso la scuola ha cercato di mettersi in gioco. Così, per dar modo agli studenti di ritrovarsi tra loro in uno spazio protetto e supervisionato, sono stati avviati degli incontri pomeridiani nel “cortile digitale”.
La comunità educante del Collegio, inoltre, funziona solo con il supporto di un’altra sua componente fondamentale: le famiglie. Per questo, nei mesi di DAD (Didattica a Distanza), gli assistenti delle varie classi hanno regolarmente consultato i rappresentanti per raccogliere suggerimenti e necessità. Anche i colloqui con i genitori hanno ripreso a svolgersi regolarmente con cadenza settimanale, sempre nello spazio virtuale.
Sono davvero tante le cose che ricorderò di questi mesi di insegnamento a distanza. Porterò sicuramente con me nuove metodologie di insegnamento e una didattica più digitale, ma soprattutto non dimenticherò quel senso di smarrimento nel non varcare ogni giorno la porta dell’edificio scolastico e ritrovare lì tutti i miei alunni. Perché per quanto il Collegio si sia adoperato al meglio, nessuna tecnologia o piattaforma potrà mai sostituire la nostra amata scuola in presenza.