La giornata della memoria: tra passato, presente e futuro

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«A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Questa convinzione giace in fondo agli animi come un’infezione latente».

Primo Levi

Fra pochi giorni, il 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria.

Istituita nel 2005 dall’Assemblea Generale dell’ONU per commemorare le vittime dell’Olocausto, ogni anno questa ricorrenza ci fornisce il pretesto per compiere un viaggio indietro nel tempo. Così, al Collegio Immacolata di Conegliano, ricordiamo quel 27 gennaio dell’ormai lontano 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz; raccontiamo ai nostri ragazzi la soluzione finale, le leggi razziali e i dittatori che le promulgarono. Poi parliamo loro dell’indifferenza delle molte, troppe persone, che come spettatori impassibili hanno lasciato che lo sterminio si compisse sotto i loro occhi e, al contrario, descriviamo loro il coraggio dei pochi che hanno saputo opporsi e compiere la scelta giusta.

«Si può sempre dire un sì o un no» affermava la filosofa Hannah Arendt. È questo che cerchiamo di ricordare ai ragazzi nella Giornata della Memoria. Un semplice principio che può facilmente essere riconosciuto in quell’Europa degli anni Quaranta del Novecento; la vera sfida, però, è imparare ad applicarlo al nostro presente. Perché la Storia si ripete, certo, ma muta forma, aspetto, cambiano i nomi di chi la scrive, perciò è importante saper individuare le tracce di quel passato lontano e degli errori commessi nel nostro oggi. Da insegnante credo sia questo il valore educativo della Giornata della Memoria.

La voce dei ragazzi

Alcuni alunni della Scuola secondaria di primo grado sono stati intervistati nei giorni scorsi per capire cosa pensano a proposito della Storia e dell’importanza della memoria.

 

«Pensi sia importante lo studio della Storia?»

«Per me è importante per conoscere l’evoluzione dell’uomo, attraverso i suoi fallimenti e splendori.» Maddalena Lot 3A

«Secondo me è importante perché il nostro presente è il risultato di ciò che hanno fatto altri uomini prima di noi.» Victoria Rui 3A

«È una disciplina fondamentale per interpretare il presente e progettare il futuro, cercando di non commettere gli stessi errori del passato.» Francesco Nardi 2A

«La Storia è simile a una bussola che ci permette di stare al mondo seguendo una certa direzione. Senza lo studio della Storia saremmo disorientati.» Gaia Scottà 2A

 

«Cosa ti appassiona di questa disciplina?»

«La passione per questa disciplina nasce dalla curiosità di conoscere nuovi popoli e culture del mondo, studiando le loro origini. La storia ci fa capire chi siamo, perché nel passato abbiamo preso alcune decisioni e il motivo per cui queste scelte hanno avuto determinate conseguenze. Spero, con il passare del tempo, di imparare a sfruttare il passato per prendere le giuste decisioni per il mio futuro Ginevra Breda 3A

«Ad ogni lezione il mio bagaglio di conoscenze si arricchisce e questo sapere mi permette di mettere in relazione episodi e avvenimenti di ieri e di oggi. Ogni popolo, con la sua storia, è diverso da tutti gli altri e conoscerli è importante per relazionarsi con essi in maniera corretta.» Benedetta Momi 2A

«A me di questa disciplina piace il modo in cui connette elementi del presente e del passato: in qualsiasi epoca si siano svolti gli eventi, questi avranno una ripercussione sul futuro.» Federico Spinazzé 3B

«La Storia mi affascina perché unisce più conoscenze: la geografia, la matematica, la scienza e la letteratura.» Thomas Moino 2A

 

«Qual è per te il valore della memoria?»

«Conservare la memoria del passato vuol dire ricordare gli errori volutamente compiuti da alcuni, spinti da sete di potere e di dominio, che hanno causato le sofferenze di molti innocenti, rimasti travolti da guerre e genocidi.» Valentina Zanardo 3B

«Recentemente in America e poi in tutto il mondo sono scoppiate le rivolte del movimento Black Lives Matter che combattono il razzismo. Proprio il razzismo ha radici profonde nella Storia, dallo schiavismo alle interpretazioni sbagliate delle teorie di Charles Darwin. Ricordare ci può aiutare a comprendere e migliorare il nostro futuro, l’importante è non perdere la memoria!» Gianmarco Sambo 3A

«La Storia ci aiuta a conoscere le nostre radici, da dove veniamo, per capire meglio dove andare. Nel passato ci sono state molte altre pandemie: la peste, la spagnola e noi, oggi, adesso, siamo parte di una Storia che verrà scritta nei prossimi libri scolastici. La memoria ci insegna, inoltre, che la Storia è un continuo susseguirsi di eventi: come tutte le altre epidemie che conosciamo, così, pur non sapendo quando, anche il Covid si è diffuso e si estinguerà. A volte, è anche questo che fa la Storia: ci dà conforto.»  Leonardo Callegari 3B

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