Oratorio: educare giocando.
“I ragazzi, se non li occupiamo noi, si occuperanno da soli
e certamente in idee e cose non buone.”
Il buon Don Bosco, vedendo i ragazzi che giravano per le strade di Torino, si preoccupava per come passavano il loro tempo e per il loro futuro.
Proprio per questo si batté per costruire l’oratorio: per offrire a questi giovani un luogo buono dove stare, per divertirsi e crescere assieme.
Il cortile è una cosa bellissima!
A distanza di anni rimane un’occasione per incontrarsi, stare insieme, imparare cose nuove.
Tra una partita a calcio e un salto alla corda si ha l’occasione di conoscere i bambini ed i ragazzi e diventare loro amici.
Ciò che più attrae del cortile sono proprio la semplicità e l’informalità con cui lo si può vivere.
All’oratorio perché si ha la possibilità di giocare assieme in allegria ed allo stesso tempo permette ai più grandi di provare a trovare il “punto accessibile al bene” in ogni ragazzo che si incontra.
La chiave è proprio “stare” con loro, conoscerli personalmente e in gruppo, ed è davvero un regalo che non ha prezzo.
In cortile si prova ad offrire ai ragazzi uno stile di vita, un modo bello e sano di stare assieme, respirando quel profumo di casa, di cielo e di una presenza concreta e tangibile di Gesù.
L’oratorio è un tempo libero ed è una valvola di sfogo per i bambini che ogni giorno sono sommersi da un sacco di attività già strutturate.
L’educazione sempre al centro
È l’opportunità di occupare il tempo in modo diverso, puntando sempre però, alla loro educazione.
In cortile infatti, si imparano anche quelle parole magiche come “grazie”, “scusa”, “per favore”.
Parole per nulla scontate, fondamentali nella vita di tutti i giorni e che aiutano a crescere come ragazzi in gamba.
Insomma, attraverso il cortile si cresce e si impara davvero tanto, proprio perché è un ambiente ricco di relazioni e di opportunità.
Poi, il carisma salesiano è geniale… perché ha l’enorme capacità di coinvolgere i giovani al 100%, a misura loro, in tutto quello che l’oratorio può offrire.
Vedere ragazzi delle superiori che nei loro pomeriggi offrono un po’ di tempo per prendersi cura dei più piccoli, aiutandoli magari ad organizzare le squadre per una partita e giocare con loro, strimpellando la chitarra o semplicemente stando “in mezzo” in cortile, è segno che la missione di Don Bosco continua ancora oggi ed è forte e sempre valida anche nei nostri oratori.