Aspettando il Natale
Ci rivediamo negli occhi dei bambini mentre in questo periodo parlano del Santo Natale.
Occhi scintillanti e ricchi di stupore, come quelli che avevamo da bambini, ma che poi pian piano ci siamo resi conto di aver abbandonato, lasciando andare un po’ di quella magia perché ormai grandi.
Ma chi dice che gli adulti non possono sognare? E perché non farci trasportare dalla magia dei bambini?
Il Natale è una festa particolare, la sua atmosfera, gli odori, le sensazioni che rievoca sono aspetti che riportano a ricordi di infanzia e al bambino o la bambina che siamo o siamo stati.
Allo stesso tempo il Natale appare un tempo più lento che, rispetto al solito tran tran quotidiano, ci richiede tempi più distesi, momenti di riflessione e attimi di affetto.
In realtà se ci pensiamo bene, il Natale rispecchia quello che desidera un bambino da noi adulti: tempi più distesi con mamma e papà, momenti in famiglia senza la frenesia di dover uscire, storie narrate della nascita di Gesù e la magia nel vivere l’attesa di tutto ciò.
Insomma un tempo che appartiene alla famiglia.
Se pensiamo ai bambini di oggi, non sempre appaiono così pazienti ma quando si parla dell’attesa del Natale accade davvero un “miracolo” in cui proprio loro amano l’attesa perché diventa sinonimo di stupore, sorpresa, canti di gioia verso un giorno che sarà davvero unico e diverso dai precedenti.
Allora come fare per stupirsi?
Forse fare semplicemente come i bambini, sorridere, cantare in allegria, emozionarsi per ogni casellina del calendario dell’avvento, abbracciarsi, raccontarsi, donare gesti o parole gentili soprattutto verso chi è meno fortunato… non servono regali costosi o super moderni a
far brillare veramente gli occhi dei bambini; sono i piccoli gesti, quelli veri, inattesi, capaci di suscitare stupore e felicità.
“Guarda il mondo con occhi di un bambino, pieni di meraviglia, entusiasmo e stupore” (Piccolo Principe)