Per non dimenticare

“Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità?
A che serve la memoria?” (Primo Levi)

Come raccontare l’orrore dell’Olocausto a degli studenti?

Come si può parlare della Shoah e del Giorno della Memoria se sono storicamente così lontani?

La memoria non si insegna, ma certamente si può fare molto per sensibilizzare i bambini e far sì che fatti come questo non accadano più.

Il ricordo non basta

Servono momenti di riflessione anche con linguaggi nuovi e diversi!

Questo abbiamo fatto al Collegio Immacolata: abbiamo cantato, costruito la stella a sei punte, raccontato e letto storie sull’argomento.

Abbiamo parlato di quello che è successo , però ,cercando di non spaventare e per farlo abbiamo cambiato tono e tipo di discorso a seconda dell’età .

E come sempre la musica ci è venuta in aiuto: “Evenu Shalem Alehem”un brano ebraico adatto ad ogni età, un augurio di pace , un brano per farci sentire vicini, per farci capire che insieme si può cambiare il mondo e lo si può rendere migliore!

Un po’ di storia

“Shoah” è un termine ebraico (tempesta devastante) col quale si indica lo sterminio del popolo ebraico.

Ma perché ricorre il 27 gennaio?

Perché in quello stesso giorno nel 1945 le truppe dell’Armata Russa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Per questo motivo si è deciso di tenere quello stesso giorno come giornata commemorativa .

Letture per ogni età

Non è mancato il momento della lettura seguito da lavoretti e momenti di riflessione.

“Otto” per la classe prima, “La città che sussurrò” per la seconda, terza, quarta e quinta.

“Mi fermai in cima alle scale; la cantina mi faceva paura a causa del buoi, ma le voci che sussurravano mi dettero coraggio” , perché un sussurro può essere un grido mancato, può nascondere paure ma può dare molto coraggio.

Testimonianza

Una grande opportunità per le classi degli alunni “più grandi” è stata quella di poter ascoltare una testimonianza dal vivo a scuola.

Infatti, solo così si può restituire dignità umana alle vittime e, contemporaneamente, rendere tangibile l’inconcepibile ai bambini.

In Auditorium le classi terza, quarta e quinta hanno potuto ascoltare le Sig.re Giulia Perini e Carla Gribaldi parenti di ex internati.

È stato un momento toccante e profondo , nel quale le classi hanno potuto confrontarsi e ascoltare la voce individuale di coloro che caddero vittime delle persecuzioni e, sicuramente, questa voce ha aumentato l’empatia nei nostri alunni.

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