Incontrare il volto dell’altro

È l’alunno Francesco Dei Negri, frequentante la classe terza A della Scuola Secondaria di Primo Grado del Collegio Immacolata, quest’anno il vincitore del VII concorso artistico-letterario “L’uomo dalle braccia d’oro”, indetto dall’AVIS di Conegliano. I partecipanti si sono cimentati nella composizione di un racconto bonsai oppure di un disegno relativo al tema del concorso l’“Incontro”. La premiazione si terrà venerdì 24 febbraio2017 alle ore 18 presso l’Auditorium “Dina Orsi” di Conegliano.

Riportiamo qui di seguito il racconto scritto da Francesco a cui vanno i complimenti di tutto il personale docente e religioso della scuola!

di Francesco Dei Negri

Edith è una ragazza altoatesina, vive in un tranquillo paesino: Rasun, immerso in una natura incantata. Questo centro abitato si trova a due passi dal grande panettone ossia Plan de Corones. Il Plan costituisce un autentico paradiso sciistico. Lei ama percorrere le piste e passare di cima in cima, contemplando il mondo rivestito dal fascino dell’inverno. Ogni giorno si diverte tra le nevi, d’altronde è la migliore allieva della squadra di sci alpinismo. Edith però quel pomeriggio ha di fronte a sé un foglio bianco ed un titolo, affidato dalla sua insegnante d’italiano: “L’incontro con il volto dell’altro.”. Nulla di più …guarda nervosamente le parole, cerca fuori dalla finestra un’ispirazione, vede solo la natura nella sua splendida, impenetrabile bellezza, ma anche nella sua fredda indifferenza.

Si sofferma allora su due termini che cerchia, quasi a volerli isolare: “volto” ed “altro”. Mille domande si sommano. Come avviene l’incontro con l’altro? Perché è importante il volto? Chi è l’altro? Lei prova ad appuntare qualcosa: “L’uomo avverte lo sguardo dell’altro, lo sguardo di tutti gli altri … di ogni possibile altro. Ne è colpito, forse anche ferito. Fuori dall’ambiente l’uomo si trova in una dimensione in cui l’importanza ed il senso non sono decisi dalla natura. Egli è umano, che si incontra con altri esseri umani nel linguaggio, base della relazione, sia esso parlato o muto (attraverso i corpi, i volti …)”.

Edith poi fa una breve pausa e medita appunto sul volto, sulla relazione con il volto, rimugina tra sé: “Come nasce il legame con l’altro?” Riprende a scrivere velocemente per non permettere ai concetti, appena apparsi nella sua mente vivace, di sfuggirle: “La relazione tra persone è sempre faccia a faccia. Nasce a partire dall’incontro dei volti, ciò che vi è di più fragile, nudo, scoperto, unico e che si mostra senza veli”. La ragazza sospende un attimo l’esposizione e medita: “Perché nascondere il volto con un copricapo integrale? Non impedisce forse di mostrare la propria identità e quindi di svelarsi?”

Resta una questione: “Cosa significa questo – benedetto – altro?” Edith pensa di nuovo al volto, esso è volto dell’altro perché diventa comando: non ridurmi a te, non ‘uccidermi’ come altro. La ragazza da sognatrice si sofferma, quindi, proprio sull’amore perché le sembra giunto il momento di parlarne: “ È un po’ come l’amore, è una presenza viva … io amo quando mi apro all’altro e non sono l’unico centro dell’amore, altrimenti finirei come Narciso, inghiottito in sé.”

Edith immagina che tra le persone sarebbe corretto credere di essere costantemente interpellati dall’altro, essere chiamati. La ragazza stende così le seguenti parole: “L’altro mi chiama e la risposta che io offro non può essere banale perché ne va di me, non posso rimanere chiusa come una crisalide, divento aperta, libera di volare come una farfalla!”.

Non è facile tuttavia la relazione con persone lontane o con tradizioni talmente diverse da apparire quasi barbare. Come superare il problema? Come mi posso rapportare ad un altro quando questo non sembra prossimo e suscita paura e diffidenza? “Io forse – scrive Edith – posso legare con l’altro lontano solo attraverso responsabilità, apertura e confronto senza pregiudizi …”.

Poi la giovane si ferma, sospira e conclude, quasi provata dallo slalom delle sue parole: “La Natura per quanto vi apparteniamo non è mai umana, l’altro sì, è il volto.

Tu ci sei: sei tu, nessuno ti può sostituire. Tu sei l’Altro!”

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