Lo sport a scuola

Tutti gli istituti scolastici del Veneto, di ogni ordine e grado, anche le scuole paritarie, sono stati invitati a proporre – al rientro dalle vacanze di Carnevale – attività sportive, lezioni teoriche e pratiche, incontri con i campioni.

In questi giorni, per far conoscere e sperimentare le diverse discipline sportive sono state proposte attività non solo per una sana competizione ma anche per il gusto di vivere insieme momenti di collaborazione e relazione tra compagni.

Ma come mai si è deciso di dedicare allo sport alcuni giorni di scuola? Che cos’è lo sport?

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza dove prima c’era solo disperazione. Questo è ciò che afferma Nelson Mandela e proprio in questi giorni i ragazzi saranno invitati a vedere il film che parla di lui e dello sport che porterà il Sud Africa a riemergere dalla polvere: Invictus.

Crediamo che lo sport sia una proiezione dell’esistenza, una sublimazione dei nostri splendori e delle nostre miserie, ma è anche un’importante “palestra” di vita. Per questo dallo sport ci si aspetta così tanto, a cominciare dalla responsabilità educativa di cui viene accreditato. Perché è possibile affermare che lo sport muove le persone e muove le idee? Perché lo sport, evoluzione del gioco, fa parte della natura stessa dell’uomo. Quello che gli addetti ai lavori chiamano “gioco locomotorio”, comprendendo in esso il gioco, l’attività motoria, lo sport, è una delle migliori invenzioni dell’uomo, quella che gli permette di esplorare le situazioni, di adattarsi ad esse, di superare le difficoltà. Platone affermava: Si può scoprire di più una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione.

Gioco e sport permettono all’uomo di avere un controllo personale su di sé, sul proprio corpo, sui propri stati emotivi e sull’ambiente e di sviluppare capacità ed autonomia per tutta la vita, calciando palloni, scalando montagne, nuotando, correndo, sciando.

Finora, però, abbiamo parlato dello sport come una risorsa, un aiuto necessario all’uomo per una maggiore consapevolezza di sé e degli altri, ma possiamo pensare di accostare lo sport alla fede?

Papa Francesco nel discorso del 5 ottobre 2016, in occasione dei Giochi Olimpici e Paraolimpici, ha detto che lo sport è un invito a sviluppare i talenti che Dio ci ha dato. Quando vediamo gli atleti tendere al massimo delle proprie capacità, lo sport ci entusiasma, ci meraviglia, ci fa sentire quasi orgogliosi. C’è una grande bellezza nell’armonia di certi movimenti, come pure nella forza o nel gioco di squadra. Quando è così, lo sport trascende il livello della pura fisicità e ci porta nell’arena dello spirito e addirittura del mistero. E questi momenti sono accompagnati da grande gioia e soddisfazione, che tutti possiamo condividere, pur non avendo gareggiato.

Prof. Dominga Pellegrini

Responsabile Ufficio comunicazione e relazioni istituzionali

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