La festa del GRAZIE!

Grazie! No grazie a voi… Cosa significa dire grazie? Ve lo siete mai chiesto? Quali significati implica dire grazie?

“Propriamente plurale di grazia, dal latino: Gratia dai significati variegatissimi fra cui amicizia, favore, piacevolezza, leggiadria, gratuità, e non ultimo gratitudine; infatti a sua volta da Gratus- Grato.” (da “una parola al giorno”) E ancora lo Zingarelli la definisce come “sensazione di piacere che destano le cose per la loro naturalezza, semplicità, delicatezza, leggiadria, per il Petrocchi “la maniera naturale che rende piacevoli gli atti, il parlare, le forme”; qualcosa insomma che attiene alla squisitezza e all’armonia dell’universo.

La mitologia insegna che le Grazie (in latino Gratiae) sono dee nella religione romana. Questi nomi fanno riferimento alle tre divinità della grazia ed erano legate al culto della natura e della vegetazione. Sono anche le dee della gioia infatti sono proprio queste fanciulle divine a diffondere gioia e amicizia tra dei e mortali. Le grazie presiedevano ai banchetti, alle danze e ad altri piacevoli eventi sociali. Spesso accompagnavano Afrodite ed Eros, le divinità dell’amore e assieme alle muse cantavano e ballavano per gli dei sul monte Olimpo al suono della lira del dio Apollo.

COME NASCE LA FESTA DEL “GRAZIE” NELLA FAMIGLIA SALESIANA

Siamo nel 1849. Carlo Gastini e Giuseppe Buzzetti hanno una felice idea e in segreto per vari mesi lavorano per realizzarla. Comprano due cuori d’argento risparmiando sul cibo e conservando gelosamente le loro piccole mance. Vogliano fare un’autentica sorpresa. E ci riescono. La stanza di Don Bosco è vicina a quella dei giovani. E’ la vigilia di S. Giovanni. A sera quando tutti i compagni sono già a letto, vanno a bussare alla porta di Don Bosco. Nonostante l’ora, molto tarda, Don Bosco li fa entrare. La sua commozione e la sua meraviglia nel vedersi presentare i due cuori d’argento e nell’udire le poche ma cordiali parole di augurio è tanta…

Gli anni successivi si costituisce una commissione di giovani interni ed esterni per organizzare la sua festa. E con le offerte comprano un dono per Don Bosco che regolarmente portano alla sera della vigilia della festa nella sua cameretta.

Col tempo la festa andò acquistando un volto solenne per i doni le lettere individuali di ringraziamento, per le promesse, le richieste di consiglio, per i componimenti tutti carichi di affetto, per i canti preparati con parole e musica appositi.

Da allora in tutte le Case dei salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice del mondo si fa la testa del “grazie”.

(cf MB III, pp. 534-535)

Noi del Collegio Immacolata ogni anno dedichiamo una festa al grazie (quest’anno il 24 maggio) e durante questa giornata il nostro primo grazie va al Signore e lo facciamo attraverso la Celebrazione Eucaristica vissuta insieme a tutti gli ordini e gradi della Scuola. Al termine della Santa Messa tutti i ragazzi e i bambini delle varie Scuole, vanno a cercare tutte le persone che hanno contribuito a rendere più ricco e bello il Collegio Immacolata, per donare loro un piccolo segno di gratitudine che ognuno ha preparato con le proprie mani. Infine, per alcune scuole, dopo una merenda offerta dal Collegio Immacolata, si prolunga il momento di festa con giochi e attività ricreative.

Per arrivare preparati a questa festa con i ragazzi abbiamo cercato di capire cosa significhi questa espressione: Grazie.

Grazie è un gesto per qualcuno normale, per qualcuno quasi sconosciuto e per molti una cosa automatica a cui spesso non viene dato un significato preciso, quasi come se si rispondesse ad un riflesso automatico. Sempre più spesso capita di imbatterci in ragazzi che affermano: perché devo dire grazie alle signore delle pulizie? è il loro dovere! Perché dire grazie alla mamma che prepara la colazione tutte le mattine? E’ automatico, è normale, è il suo dovere! Sentire queste riflessioni a volte fa quasi male e accentua la necessità di lavorare con i ragazzi per comprendere il significato di un gesto all’apparenza così semplice. Dire grazie significa vedere le cose e soprattutto vedere le persone, non guardarle, ma vederle. Significa capire che tutto non è dovuto, capire che siamo circondati da uomini, donne, che fanno le cose con passione, con voglia e con professionalità, dire grazie significa riconoscere che siamo amati e che qualcuno attorno a noi fa le cose per noi. Riconoscere di essere amati è il primo passo per cominciare ad amare a nostra volta.

Grazie per la vostra attenzione!

Prof. Enrico Romanello

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