Il corso di psicomotricità è un’avventura!

Eccoci nuovamente qui per condividere un’altra entusiasmante avventura!

Al Progetto di Psicomotricità partecipano i bambini dell’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia.

A piedi, accompagnati dalle loro insegnanti e seguendo un percorso orizzontale di impronte blu, si recano una volta la settimana al Centro “Giocando” di Conegliano.

Un po’ di storia

La pratica psicomotoria, che accompagna le attività ludiche del bambino, è nata con il professore Bernard Aucouturier in Francia ed arriva in Italia alla fine degli anni ’70.

È concepita come un percorso di maturazione che favorisce il passaggio “dal piacere di agire al piacere di pensare”.

La parola psicomotricità contiene il concetto di movimento con uno scopo e con una progettualità.

Infatti, mentre una volta si pensava al movimento come ad un fatto semplice e meccanico, ora sappiamo che la motricità ha elementi complessi e contribuisce allo sviluppo emotivo e cognitivo dell’individuo.

Relazione, azione, gioco

Negli anni di esperienza alla Scuola dell’Infanzia abbiamo sempre posto molta attenzione al bambino in tutte le sue dimensioni, ma un aspetto che necessita di essere coltivato fin da piccoli è proprio quello motorio.

Se ci pensate, ancor prima di parlare il bambino si esprime attraverso il corpo, manda dei segnali, delle comunicazioni che noi dobbiamo saper recepire.

Il bambino esiste attraverso il corpo in relazione con l’altro, attraverso l’azione ed il gioco.

Egli apprende attraverso il corpo più che con le parole ed esprime se stesso e quanto vive attraverso il movimento.

Quindi la psicomotricità è un’opportunità educativa e preventiva fondamentale, in particolare in una realtà come la nostra nella quale l’esperienza motoria e sensoriale viene sempre più trascurata  e poco stimolata.

Il significato delle parole

Ma facciamo un passo indietro dando un significato ai termini sopra citati: perché pratica psicomotoria?

Pratica perché è una metodologia flessibile, soggetta al cambiamento, al rinnovo attraverso la ricerca e l’osservazione continua del bambino e delle sue trasformazioni.

Psicomotoria perché si basa sull’ascolto della storia profonda del bambino che si racconta attraverso il piacere di muoversi, di agire, liberando emozioni.

Tutto questo deve essere mediato dall’adulto che aiuta il bambino nel suo percorso di consapevolezza, lo riconosce nella sua originalità affinchè egli sia protagonista delle sue scoperte e impari ad esprimere al meglio le sue potenzialità.

Spazio e tempo

La sala in cui si svolge la pratica psicomotoria è strutturata in due aree, una riservata all’espressività motoria e l’altra all’attività plastica, grafica e al linguaggio.

Nella seduta anche il tempo è strutturato per favorire una maturazione.

Il primo tempo è riservato all’espressione motoria, il secondo alla narrazione di una storia e l’ultimo all’espressività plastica e grafica.

La figura della psicomotricista accoglie ed interpreta l’espressività globale del bambino, accompagnandolo nel percorso evolutivo.

È in grado di ascoltare empaticamente il bambino ed è garante della sua sicurezza fisica ed affettiva.

Come dice il Prof. Aucouturier: “l’atteggiamento dello psicomotricista in pratica psicomotoria deriva da un principio filosofico che viene applicato nelle relazioni con tutti: credere nella persona!”

“Si può capire di più di una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione” (Platone)

Condividi l'articolo: