Il cortile, segreto educativo di Don Bosco

Il cortile

Per raccontare la bellezza della pedagogia salesiana non si può prescindere dall’ambiente del cortile.

Uno spazio fondamentale che porta in sé un grande potenziale educativo.

Il cortile diventa parte integrante della missione di Don Bosco che, creando un sistema organico di spazi dedicati ai giovani, sviluppa un’intuizione che nei secoli precedenti si era già dimostrata vincente in fatto di educazione.

Una prima testimonianza , sebbene meno strutturata rispetto alla realtà salesiana, ce la consegna la storia di san Filippo Neri che nel Cinquecento, a Roma, dà vita ad una prima forma di oratorio.  

Uno spazio dove il santo riuniva i giovani con i quali conversava, cantava, leggeva le Scritture.

Questa è la linea che San Giovanni Bosco segue quando inizia ad invitare i giovani a passare del tempo con lui, ponendo come scopo della sua missione l’accoglienza, l’educazione e l’evangelizzazione dei ragazzi.

Poter usufruire di spazi dedicati al gioco, come un cortile dove giocare a calcio, basket, pallavolo, ecc., diventa oggi, come lo era ai tempi di Don Bosco, un’opportunità per imparare giocando.

Non è un caso se anche il metodo dello scoutismo ha un’impostazione basata prevalentemente sul gioco.

Attraverso il gioco infatti si trasmettono valori apprezzabili universalmente.

Le testimonianze 

I ragazzi giocando tra loro sperimentano dinamiche di gruppo dalle quali traggono insegnamenti non meno importanti di quelli appresi in aula durante le lezioni.

Dalla semplice partita di calcio in ricreazione per esempio si impara ad accettare e ad accogliere anche ragazzi di altre classi con cui giocare in una sana competizione, riuscire a creare alleanze per raggiungere uno scopo, la vittoria della partita.

Oppure nel caso di sconfitta saper accettare che gli avversari sono stati più forti, quindi imparare che non si può sempre vincere senza per questo farne un dramma; la vita non si presenterà sempre “in discesa”.

Come raccontano alcuni ragazzi di 3A della Scuola Secondaria di I° grado“Le partite di calcio che giochiamo in cortile a volte sono molto affiatate. È un modo per condividere il nostro tempo con ragazzi o ragazze anche di altre classi che magari non conosciamo bene.”

E le dinamiche che si instaurano tra i ragazzi sono dei semi che poi potranno trovare frutto un domani nella società.

Un esempio ce lo riportano due ragazze di 3B che riferendosi alle ricreazioni dicono: “il cortile ci ha insegnato a relazionarci con gli altri, sia adulti che nostri coetanei. Abbiamo anche imparato ad aiutare chi ne ha bisogno. Quando a qualcuno mancava del materiale scolastico oppure la merenda, abbiamo sempre condiviso con loro. Durante gli anni trascorsi qui, abbiamo sempre provato ad includere tutti, che fossero nostri amici o no. Spesso ci è capitato di chiacchierare o giocare anche con chi ci stava meno simpatico e abbiamo cercato di andare d’accordo anche con loro.”

Accoglienza, condivisione, attenzione verso chi ha bisogno, sono aspetti della vita con i quali i ragazzi
prendono dimestichezza proprio attraverso il gioco negli spazi del cortile.

Qui hanno la possibilità di vivere concretamente queste esperienze che diverranno fondamentali nella vita anche al di fuori dalla scuola.

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